Curatorship Education

Il progetto – a cura di ARTECO, vincitore del bando Funder35 2016 – è stato concepito al fine di potenziare le attività legate alla valorizzazione dei beni culturali attraverso la ricerca e la produzione artistica contemporanea, connessione ritenuta alla base della natura stessa di ARTECO e strumento utile a mettere in luce la permanenza dell’antico nel presente, inteso non come deposito passivo della memoria storica ma come strumento vivo di cittadinanza e stimolo per la creatività e il lavoro culturale.

L’obiettivo del progetto è quello di elaborare e testare un modello operativo innovativo di collaborazione pubblico-privato utile a sviluppare più aggiornati percorsi di ricerca, valorizzazione e curatela, basato sulla competenza professionale e sulla condivisione di obiettivi e strumenti, in una logica sistemica e di continuità delle pratiche. Questo al fine di rispondere a una doppia urgenza: da una parte la riduzione del patrimonio storico artistico a logiche di mercificazione ad opera di enti privati for profit [cfr. bibliografia Settis e T. Montanari], dall’altra il ricorso diffuso nel settore dei beni culturali a forme di lavoro volontario, sottopagato e scarsamente o affatto qualificato.

Nella prima fase, attivata nel 2017, ARTECO ha invitato alcune fra le realtà indipendenti più interessanti nel panorama italiano attive sul fronte della ricerca storico-artistica e delle pratiche curatoriali contemporanee a confrontarsi su aspetti specifici della progettazione culturale: il rapporto artista-curatore, le pratiche archivistiche, il riuso degli spazi dismessi e/o sotto-utilizzati, il coinvolgimento dei pubblici. Quattro talk in altrettanti luoghi da scoprire, inediti o poco noti agli stessi torinesi, sono diventati l’occasione per mettere a confronto e condividere visioni, esperienze sul campo e prospettive operative di ciascuna realtà. Gli enti ospitanti hanno il minimo comun denominatore di custodire collezioni scientifiche nate a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, in seno a una cultura enciclopedica e classificatoria che – dalle Wunderkammer ai viaggi di erborizzazione – esprimono una visione del mondo e una concezione del sapere basata sulla comparazione e volta a individuare gradi differenti di complessità e relazioni reciproche.

Nella seconda fase di progetto un team di storici dell’arte si è occupato di studiare, catalogare e digitalizzare parte del fondo storico delle stampe della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, con particolare riferimento a un fondo di incisioni raccolte in album ordinati dall’eclettico collezionista e conoscitore piemontese Giovanni Volpato negli anni Sessanta dell’Ottocento: un nucleo di eccellenza cospicuo e ancora poco esplorato del patrimonio dell’ente.

Nella convinzione che i linguaggi artistici contemporanei e le professioni creative legate alla produzione culturale del terzo settore costituiscano un bacino vitale di esperienze e pratiche in grado di produrre dispositivi narrativi capaci di arrivare tanto agli addetti ai lavori quanto a un’audience generica, alcuni di questi album sono stati oggetto di una rilettura e attualizzazione da parte di due giovani artisti. Nella terza fase del progetto, infatti, tramite una artist residency open call sono stati selezionati gli artisti Alessandra Messali e Ryts Monet (Enrico De Napoli), la cui ricerca ruota attorno ai processi di trasmissione della memoria sia personale che collettiva e alla riflessioni sull’errore, la copia e le fratture del nostro periodo storico. Attraverso la produzione di nuove opere, i due artisti hanno avuto il compito di rinnovare la percezione dell’archivio e delle collezioni in deposito, contribuendo a provocare cortocircuiti e stimolare dibattiti. La loro azione ha messo in luce ciò che dell’antico permane nel presente  permettendo di ripensare ciò che la storia ha cristallizzato, dando vita a percorsi di senso e narrazione restituiti al pubblico.

In un momento storico in cui lo sviluppo massivo della circolazione e diffusione delle immagini e della cultura popolare si pone in linea alla sempre più diffusa mercificazione del patrimonio culturale, Present Archives. Riflessioni a partire da un fondo di stampe, giornata di studi a cura di ARTECO (Ersilia Rossini e Beatrice Zanelli) tenutasi a Camera – Centro Italiano per la Fotografia il 22 febbraio 2019 e intesa come quarta fase del progetto present_continuous, volta a riportare l’attenzione su un’eredità quanto mai attuale. Con l’intervento di ospiti internazionali, si sono affrontate tematiche legate alle collezioni, dalla raccolta e riordino alla valorizzazione e digitalizzazione, per passare alla continua trasformazione della ricezione dello stesso patrimonio e alle pratiche contemporanee di attualizzazione di narrazioni e significati.

Le opere realizzate nel corso della residenza sono state presentate nell’ambito di due mostre a cura di ARTECO (Beatrice Zanelli) nel novembre 2019: Schuld, personale di Ryts Monet (Enrico De Napoli, Bari 1982), presso Palazzo Frichignono a Torino e l’opera Ahimè! [a tre voci] di Alessandra Messali (Brescia, 1985) esposta presso l’Archivio di Stato di Torino.

A conclusione di un triennio di lavoro, è stata realizzata la pubblicazione PRESENT ARCHIVES. Riflessioni a partire da un fondo di stampe a cura di ARTECO (Beatrice Zanelli e Ersilia Rossini), edita da A+Mbookstore e VIAINDUSTRIAE publishing, suddivisa in tre sezioni, che portano consapevolmente il lettore a percorrere le varie fasi del progetto. La sezione essay restituisce la panoramica di riflessioni emerse durante la giornata di studi svoltasi a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. La sezione archive testimonia la prima parte del lavoro di catalogazione sugli album del fondo “Volpato” conservati presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Infine, la sezione present espone la ricerca e il lavoro dei due artisti chiamati a partecipare alla residenza present_continuous.

The project – curated by ARTECO, winner of Funder35 2016 – was devised with a view to enhancing the activities linked to the valorisation of cultural heritage through contemporary art research and production, a connection considered to be at the very heart of ARTECO and a tool useful for highlighting the permanence of the ancient in the present, meant not as a passive deposit of historical memory but as a living tool of citizenship and a stimulus for creativity and cultural work.

The aim of the project is to elaborate and test an innovative operative model of public-private collaboration with a view to developing more updated paths of research, valorisation and curation, based on professional skills and on the sharing of aims and tools, in a systemic logic and one of ongoing practices. This with a view to responding to a two-sided pressing issue: on one hand the relegation of historical artistic heritage to the logics of commodification by private profit-making outfits [cf. bibliography of Settis and T. Montanari]; on the other, the widespread use in the field of cultural heritage of forms of voluntary work, generally badly paid and scarcely qualified (if at all).

In the first stage, set up in 2017, ARTECO invited a number of the most interesting independent realities on the Italian panorama active on the front of historical-artistic research and contemporary curatorial practices to compare notes on specific aspects of cultural planning: the artist-curator relationship, archive practices, the reuse of abandoned and/or underused spaces and the involvement of audiences. Four talks in just as many venues to be discovered, ones unknown or unfamiliar to many Turinese citizens themselves, they provided an opportunity to share and compare points of view, experiences in the field and operational perspectives for each kind of reality. The hosting venues share the common denominator of housing scientific collections that were put together around the turn of the nineteenth century, in the wake of a new encyclopaedic and classificatory culture which – from the Cabinet of Curiosities to the plant collecting expeditions – express a vision of the world and a concept of knowledge based on comparison and aimed at picking out different degrees of complexity and reciprocal relationships.

In the second stage of the project, a team of art historians focused on studying, cataloguing and digitalising part of the historical print fond of the National Library of the University of Turin, with particular reference to a fond of engravings housed in albums compiled by the eclectic Piedmontese collector and expert Giovanni Volpato in the 1860s: a sizeable set of the highest quality and still largely unexplored element of the institution’s heritage.

In the belief that contemporary artistic languages and the creative professions linked to cultural production in the tertiary sector constitute a vital arena of experiences and practices capable of producing narrative devices that can reach out just as much to those in the field as to a generic audience, some of these albums were subjected to reinterpretation and reappraisal by two young artists. In the third stage of the project, through an artists’ residency open call, the artists Alessandra Messali and Ryts Monet (Enrico De Napoli) were selected. Their research revolves around the processes of the transmission of both personal and collective memories and a reflection on the error, the copy and the fractures of our own age. Through the production of new works, the two artists had the task of renewing the perception of the archive and of the collections in the deposit, contributing to triggering short circuits and to stimulating debates. Their action highlighted what remains of the ancient in the present, making it possible to rethink what history clarifies, opening up paths of sense and narrative to then give back to the audience.

In a historical moment when the large-scale development of the circulation of images and of popular culture goes hand in hand with the ever more widespread commodification of cultural heritage, Present Archives. Riflessioni a partire da un fondo di stampe, a study day curated by ARTECO (Ersilia Rossini and Beatrice Zanelli) held in Camera – Centro Italiano per la Fotografia on 22 February 2019 constituted the fourth stage of the project titled present_continuous, aimed at bringing attention back onto a legacy which has never been so contemporary. With interventions by international guests, themes were addressed linked to collections, from their assembly and reordering to their valorisation and digitalisation, via the constant transformation of the approach to the heritage and the contemporary practices deployed for the updating of its narratives and meanings.

The works produced over the course of the residency project were presented as part of the two shows curated by ARTECO (Beatrice Zanelli) in November 2019: Schuld, a solo show by Ryts Monet (Enrico De Napoli, Bari 1982), at Palazzo Frichignono in Turin, and the work Ahimè! [a tre voci] by Alessandra Messali (Brescia, 1985) on show at the State Archive of Turin.

Bringing together some three years of work, the publication PRESENT ARCHIVES. Riflessioni a partire da un fondo di stampe was released, edited by ARTECO (Beatrice Zanelli and Ersilia Rossini) and printed by A+Mbookstore and VIAINDUSTRIAE publishing. The book is split into three sections, which carefully lead the reader through the various stages of the project. The ‘essay’ section provides an overview of reflections that emerged during the study day held at CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. The ‘archive’ section offers a testimony of the first part of the cataloguing work of the albums from the Volpato fond, stored at the National Library of the University of Turin. Lastly, the ‘present’ section features the research and the work of the two artists called upon to take part in the present_continuous residency project.