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Nella settimana dedicata alle arti contemporanee 2019, ARTECO ha presentato Schuld, mostra personale di Ryts Monet (Enrico De Napoli, Bari 1982) fase conclusiva della residenza present_continuous, concepita come dispositivo per attivare una riflessione a partire da un fondo di incisioni conservato presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Un nucleo di eccellenza, ordinato in album negli anni Sessanta dell’Ottocento dall’eclettico collezionista e conoscitore piemontese Giovanni Volpato.

Dalle stesse incisioni, da cui è partito l’artista per produrre le opere in mostra, è stato tratto il ciclo di affreschi, attribuito a maestranze locali seicentesche, di Palazzo Frichignono, storica dimora privata nel centro di Torino in cui la mostra avrà luogo. Un’occasione per (ri)scoprire un luogo privato, solitamente chiuso al pubblico, che rappresenta altresì un frammento rilevante della storia della Resistenza torinese. Il palazzo, adibito nel Novecento ad albergo Canelli, divenne, durante la guerra, luogo di incontro per il Comitato di Liberazione Nazionale. Non è un caso che la ricerca di Ryts Monet, dedicata all’indagine del rapporto che l’uomo contemporaneo intreccia con il vasto panorama della produzione di immagini, delle iconografie del potere, dei miti dell’identità e della realizzazione personale sollecitati dal sistema consumista, si presenti in queste inedite sale.

A partire dalla riflessione sul periodo storico pre-unificazione italiana, nel quale la collezione di incisioni della Nazionale assumeva la forma odierna, Ryts Monet, presenta una serie di opere dedicate all’osservazione dell’impiego della classicità, come metafora universale, da parte dell’economia capitalista e del potere occidentale, ma anche nel suo farsi dispositivo vantaggioso alla costruzione identitaria europea.

Nel corso della residenza present_continuous, ARTECO ha curato, in collaborazione con CRIPTA 747, un dialogo dedicato ad approfondire alcune delle tematiche centrali nella ricerca dell’artista. Martedì 2 luglio alle 18.30 Ryts Monet (Enrico De Napoli) si è confrontato con Giulia Trojano sul tema del mito della patria. Ryts Monet, nei mesi di ricerca, ha approfondito gli studi sul periodo storico in cui il fondo di incisioni della Biblioteca Nazionale è stato assemblato, gli anni Sessanta dell’Ottocento, momento in cui nasceva il sentimento di l’identità nazionale italiana. Proiettando quel sentire in epoca contemporanea, Ryts Monet e Giulia Trojano hanno dialogato sull’eredità del mito della patria, interrogandosi e interrogando il pubblico sulla prevedibilità della crisi dell’Europa e sulle sue possibili conseguenze.

In the week dedicated to contemporary art 2019, ARTECO presented Schuld: a solo show by Ryts Monet (Enrico De Napoli, Bari 1982) in the final phase of the residence present_continuous, conceived as a device to trigger a reflection based on a fond of engravings housed in the National University Library of Turin. An extraordinary collection, comprising albums compiled in the 1860s by the eclectic Piedmontese collector and expert Giovanni Volpato.

On those engravings, from which the artist started to produce the works on display, the cycle of frescoes was based – attributed to local seventeenth-century artisans – in Palazzo Frichignono, a historical private residence in the centre of Turin where the exhibition would take place. An opportunity to (re)discover a private space, one usually closed to the public, which also represents an important fragment of the history of the Resistance in Turin. The palazzo, used in the twentieth century as Hotel Canelli, became a meeting place during the war for the National Liberation Committee. It is no coincidence that Ryts Monet’s research – dedicated to the investigation of the relationship that contemporary man weaves with the vast panorama of the production of images, the iconographies of power, the myths of identity and personal fulfilment solicited by the consumerist system – can be found in these untouched rooms.

Starting from a reflection on the historical period of pre-unification Italy, in which the collection of engravings of the National University Library took its present form, Ryts Monet presents a series of works dedicated to the observation of the use of classicism as a universal metaphor, both by the capitalist economy and Western powers, but also in its becoming a useful device for the modelling of European identity.

Over the course of the residence project present_continuous, in collaboration with CRIPTA 747, ARTECO curated a dialogue dedicated to investigating some of the key themes in the artist’s research. On Tuesday 2 July at 6.30 pm, Ryts Monet (Enrico De Napoli) came face to face with Giulia Trojano on the theme of the myth of the motherland. Over his months of research, Ryts Monet investigated studies on the historical period in which the fond of engravings of the National Library was compiled, the 1860s: a time in which the sentiment was emerging of Italian national identity. By projecting that sentiment onto the contemporary era, Ryts Monet and Giulia Trojano conversed on the legacy of the myth of the motherland, questioning one another and the audience on the foreseeability of the crisis of Europe and its possible consequences.