Curatorship Education

Il progetto L’Arte di fare la differenza, nella sua prima edizione, ha impegnato, nel corso del 2012, 15 giovani artisti e educatrici – riuniti in 5 gruppi di lavoro – in un processo partecipato di arte relazionale. Sviluppato in un articolato laboratorio interdisciplinare di formazione e produzione condivise, i partecipanti sono stati affiancati da storici dell’arte, antropologi e educatori professionali nella realizzazione di opere nate dall’incontro con le collezioni etnografiche e di Art Brut del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino (MAET). Il confronto con questo patrimonio – appropriato e re-intepretato alla luce delle esperienze degli artisti e di personali vissuti di marginalità e disagio – ha attivato pratiche collaborative di creazione artistica intesa come processo e mezzo di empowerment culturale. Il progetto ha esplorato i linguaggi dell’arte contemporanea come strumenti critici per una riflessione sulle dinamiche di inclusione/esclusione culturale e sociale, contribuendo a sensibilizzare il pubblico sulle tematiche della diversità culturale e della marginalità.

Hanno avuto luogo cinque mostre diffuse sul territorio:

. 20 ottobre – 12 novembre 2012 | Galleria Rizomi Art Brut
Mirko Dragutinovic, Virginia Gargano, Enrico Partengo | L’opera La città (2012) è una scultura di grandi dimensioni in terracotta smaltata, trae ispirazione dalla complessa spazialità de Il Nuovo Mondo, scultura in ossa animali intagliate, creata all’inizio del Novecento da Francesco Toris, oggi conservata al MAET. Il senso di redenzione e rinnovamento che pervade l’opera di Toris si è trasformato nella vivace proliferazione di piccoli edifici dal colore candido e dalle forme insolite, sistemati su un ampio strato di cocci, nel quale sembrano simultaneamente rigenerarsi e perire. Sempre al travagliato senso d’intimità e transitorietà sono da riferirsi l’uso di un materiale fragile come la terracotta e il carattere antimonumentale dell’opera, che, anziché ergersi solennemente, si adagia silenziosa sul pavimento.

. 20 ottobre – 12 novembre 2012 | Spazio Bianco
Caterina Cassoni, Ario Dal Bo, Arianna Uda | La normalità rappresenta per l’etica della nostra società la dimensione rassicurante, in cui la cassa di risonanza dei media ha un gioco rilevante nel creare modelli di adeguamento massificante, con la conseguente equazione per cui normale significa sano e anormale il contrario, diverso/malato. Nelle due opere Quotidiana aspirazione ad una personale idea di normalità e Caos e ordine (2012) gli autori sono partiti dagli strumenti di misurazione cranica conservati al MAET, inseguendo l’obiettivo di mettere in evidenza quanto sia soggettivo e arbitrario il concetto di normalità e anormalità.

. 27 ottobre – 15 novembre 2012 | Ingenio Arte Contemporanea
“I 71”: Marcello Corazzi, Giulia Gallo, Isabella Mazzotta | Per ideare l’opera Il Multioggetto (2012), gli autori hanno preso spunto da diversi oggetti conservati al MAET. In particolare, quelli che erano poco definibili, senza forma e significato specifici: l’Uccentauro, uno degli animali fantastici del libro per immagini Il Mondo in rivista, opera di Mario Bertola, i copricapo raffiguranti dragoni delle collezioni cinesi, le ossa animali e i pezzi di legno modellati dai ricoverati nel Manicomio di Collegno all’inizio del Novecento. Concetti fantastici e immagini di oggetti reali sono stati mescolati per creare qualcosa di nuovo, che non possiede una forma predefinita, ma è variamente interpretabile dallo spettatore.

. 27 ottobre – 11 novembre 2012 | nb:notabene
Simone Bubbico, Cheikh Diop, Beatrice Rosso | Colpiti dallo Zemi delle Antille, uno degli oggetti delle collezioni etnografiche del MAET, i componenti del gruppo hanno riflettuto sul tema della migrazione e sullo spostamento/ spaesamento che ne può derivare. In Ricordi di viaggio (2012) l’esperienza di migrante di Cheikh Diop ha condotto i suoi compagni alla ricerca di significati diversi per parole come patrimonio, cultura, memoria e identità, termini complessi e dalle molteplici sfaccettature. Viene così prodotta una complessa installazione visiva e sonora, che combina le tecniche della pittura e della proiezione di ombre cinesi con canzoni e musica, che narrano una storia che arriva a noi da lontano ma che suona universale.

. 31 ottobre – 20 novembre 2012 | Cecchi Point Hub Multiculturale
Michela Depetris, Daniela Leonardi, Marius Pricina | L’installazione Uno su uno/ Progetto provvisorio con pennarello indelebile (2012) s’ispira ai tessuti ricamati dagli internati del manicomio di Collegno della collezione di Art Brut del MAET. Il mondo di cura e affetti domestici racchiuso in questi oggetti ha portato i tre autori a riflettere sulla realtà dei senza fissa dimora. L’opera esplora ed interroga la relazione tra pubblico e privato mettendo in risonanza il vissuto diurno e disabitato di un dormitorio con il vissuto notturno e popolato di un appartamento. Un confine fluido che, invece di  separare e distinguere nettamente le sfere, le riconosce come complementari in un rimando evocativo tra le fotografie, pensieri indelebili, come gli appunti sulle lenzuola e le riprese video di tracce umane dormienti. Il sonno, la dimora, le loro ambivalenze, il nostro estraniamento (perché talvolta si vede meglio al buio).

Le mostre sono state accompagnate da una pubblicazione
Tea Taramino, ARTECO (Fabio Cafagna, Erika Cristina, Beatrice Zanelli), L’arte di fare la differenza. The art of making the difference, SEI Editrice, Torino 2012

Giornata di studi

. 14 dicembre 2012  | L’Arte di fare la differenza – Giornata internazionale di studi | Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino

L’iniziativa ha reso possibile un’importante occasione di confronto e dialogo sulle tematiche della creatività giovanile, della produzione artistica irregolare e relazionale, dell’inclusione, della valorizzazione dei patrimoni, della cittadinanza attiva, dell’educazione, della mediazione interculturale.

Tavola rotonda strutturata in due sessioni tematiche: Arte irregolare: quale dialogo con la contemporaneità artistica e sociale? e Arte relazionale: voci a confronto tra teorie e pratiche a cui hanno preso parte antropologi e storici dell’arte, artisti, galleristi, curatori;

Presentazione del progetto a cura di antropologi museali, fisici, culturali;

Presentazione delle 5 opere di arte relazionale da parte di rappresentanti dei 15 giovani autori in dialogo con storici dell’arte ed artisti;

Discussione del progetto, affidata a studiosi ed esperti esterni che rifletteranno sul suo lascito, o patrimonio, in termini di risultati raggiunti e prospettive future.

Relatori: Ivan Bargna, Fiorella Bassan, Simona Bodo, Fabio Cafagna, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Erika Cristina, Eva di Stefano, Gustavo Giacosa, Piero Gilardi, Francesca Gobbo, Laurie Kalb, Vito Lattanzi, Gianluigi Mangiapane, Silvia Mascheroni, Nicola Mazzeo, Anna Maria Pecci, Lucienne Peiry, Cesare Pietroiusti, Valentina Porcellana, Maria Teresa Roberto, Arnd Schneider, Vincenzo Simone, Tea Taramino, Elena Volpato, Beatrice Zanelli.

A conclusione del progetto, è stato pubblicato un volume teso a illustrare le modalità di contaminazione fra arte, antropologia ed educazione:
G. Mangiapane , A. M. Pecci , V. Porcellana (a cura di), Arte dei margini. Collezioni di Art Brut, creatività relazionale, educazione alla differenza, Franco Angeli 2013 con contribuiti di Simona Bodo, Barbara Bruschi, Fabio Cafagna, Erika Cristina, Sabina Giorgi, Silvia Mascheroni, Lucienne Peiry, Lucia Portis, Emma Rabino Massa, Davide Tabor, Tea Taramino, Beatrice Zanelli.