Una vaga sensazione di assenza presenta per la prima volta al pubblico napoletano le opere di Simona Castaldo e di Simone Bubbico, giovani artisti che vivono e lavorano a Torino. L’evento, organizzato dall’Associazione Divago di Napoli, è parte di un ciclo di esposizioni più ampio, con le quali si cerca di dare visibilità ai talenti emergenti e di creare sinergie virtuose tra le istituzioni cittadine.
Ordinata in due ambienti contigui del primo piano del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli (Spazio Giovani), la mostra espone una selezione di opere recenti. Nella prima sala sono allestiti i disegni di Simona Castaldo, delicati esercizi su carta, nei quali l’artista sperimenta le possibilità offerte dal mezzo, dedicandosi alla paziente sovrapposizione di fragili fogli e perfezionando il sistema della velatura. Il risultato è un ciclo di carte di dimensioni variabili che mostrano un sorprendente rapporto tra la drammatica condizione dei personaggi raffigurati e il tratto leggero del disegno. La sicurezza con cui l’artista padroneggia il mezzo le consente di estendere a formati di grande dimensione un’attività perlopiù intima e paziente, raggiungendo così risultati di straordinaria potenza espressiva.
Nell’ambiente successivo sono collocate, nella penombra, le installazioni di Simone Bubbico, dispositivi complessi che organizzano mezzi eterogenei. In esse il fascio luminoso delle luci a led investe alcune piccole sculture; queste, che altro non sono che i calchi delle mani dell’artista, proiettano la propria ombra sulla parete, illustrando un bestiario antropomorfo, in cui la definizione della scena è lasciata alla pittura a spray. Anche in questo caso, alla stravagante condizione dei personaggi fa eco un trattamento dell’immagine che ha il potere ipnotico dello spettacolo per bambini, capace di mostrare con intelligente ironia temi talvolta pungenti, come quello della complicata ricerca dell’identità.
La mostra, il cui titolo nasce dalle riflessioni condivise intorno ai temi dell’illusione e della vacuità che dal mito della caverna platonica conducono ad alcuni atteggiamenti della società contemporanea, accosta opere diverse tra loro per forma e impatto espositivo. L’allestimento, organizzato secondo una continua contrapposizione di caratteri (luce/ombra, disegno/scultura, trasparenza/opacità, ecc.), sviluppa i contenuti comuni alle poetiche della coppia, mostrando in modo particolare come le sensazioni di vuoto e assenza possano essere raggiunte indifferentemente attraverso la condizione di massima visibilità (il bianco della carta) o di assoluta cecità (l’oscurità dell’ombra).
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