I musei hanno un ruolo attivo nella creazione del valore del patrimonio che conservano, ma quali sono le opere e i manufatti delle grandi collezioni museali che rimangono invisibili al pubblico e talvolta agli stessi curatori? Quali le opere mai state esposte? Che ruolo possono avere l’Intelligenza Artificiale e gli strumenti digitali in un processo di riformulazione dei percorsi di visita nei musei e, più in generale, del sapere nelle istituzioni artistiche? Promuovere un approccio etico alle pratiche algoritmiche attraverso un progetto di computational art indirizzato alla risemantizzazione di lacune presenti nei sistemi di raccomandazione digitali è la sfida che la ricercatrice e artista Giulia Taurino ha portato avanti, con il supporto di Arteco in ambito curatoriale e di Fondazione ISI da un punto di vista tecnologico, durante la sua residenza vinta nell’ambito del bando STARTS – City of the future lanciato da NESTA Italia e realizzata con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e della Commissione Europea.
STARTS – acronimo di Science + Technology + Arts – è un’iniziativa della Commissione Europea nata nel 2015 per promuovere le collaborazioni tra artisti, scienziati, ingegneri e ricercatori nello sviluppo di tecnologie più creative, inclusive e sostenibili. Starts Towards Sustainability (S2S) ha, in questo senso, l’obiettivo di realizzare progetti all’intersezione tra scienza, tecnologia e arte che possano avere un forte impatto nello sviluppo urbano e regionale. Nesta Italia, parte del consorzio promotore di S2S, ha lanciato una serie di iniziative sul territorio Piemontese per avviare collaborazioni tra imprese, centri culturali, artisti e centri di ricerca. La prima tra queste è la Open Call “City of the future”, nell’ambito della quale Giulia Taurino è risultata vincitrice rispondendo alla challenge “Come può l’arte riappropriarsi dell’algoritmo che cerca di predire il suo successo?” con un progetto di residenza che si presenta in continuità con la ricerca precedentemente svolta nell’ambito di istituzioni universitarie internazionali.
La pratica artistica di Giulia Taurino si impernia su tecniche di coding creativo e visualizzazione dei dati, in un dialogo fra ricerca e produzione artistica nel campo dei media: ricercatrice di formazione, Giulia dichiara “I do art-based research and research-based art”. I suoi più recenti progetti indagano l’epistemologia dei database digitali e il ruolo delle piattaforme online nel delineare dinamiche culturali su scale diverse. Nel corso della residenza, Giulia Taurino ha sondato possibili ruoli alternativi di IA e strumenti digitali in un processo di riformulazione dei percorsi di visita nei musei e, in senso più ampio, del sapere nelle istituzioni artistiche e delle industrie creative.
Le prime fasi della ricerca sono state frutto di un dialogo con i Musei Reali Torino, e hanno portato l’attenzione su materiali e tecniche, quali strumenti per nuove narrazioni e connessioni tra le diverse collezioni del polo museale, facendo emergere interessanti opere e manufatti lungamente rimasti nell’ombra. Una seconda riflessione si è mossa verso un prototipo di co-curatela algoritmica, inserendosi all’interno del quanto mai attuale dibattito legato all’intervento delle “macchine” nell’arte. Quale può essere un possibile output di una curatela computazionale nel contesto di queste riflessioni? Come può cambiare il nostro approccio posizionando il patrimonio culturale e artistico sotto una lente umana-informatica? Utilizzando tecniche di randomizzazione, e mediante un approccio algoritmico e computazionale che si è mosso su un piano etico, educativo e collaborativo, Giulia ha riportato alla luce patrimoni nascosti e legami inediti. Intelligenza Artificiale, algoritmi e strumenti digitali sono stati i mezzi utili a riflettere sul ruolo delle istituzioni museali e sui meccanismi di creazione del sapere e della conoscenza.
Gli interessi di Giulia Taurino si combinano perfettamente con la ricerca condotta da Arteco nell’ambito degli archivi, intesi come territori da esplorare attraverso lo sguardo di giovani artisti invitati in più occasioni a far emergere, attraverso l’attivazione di nuove narrazioni, opere rimaste in ombra.
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