Il 4 ottobre 2024 presso il Teatro Carignano di Torino inaugura la mostra Custodire la scena nell’ambito del progetto Corpus – Fare Memoria, che celebra il cinquantesimo anniversario dalla fondazione del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino.
Sin dalla sua nascita nel 1974, il Centro Studi si dedica alla raccolta e alla conservazione di documenti provenienti non solo dalle attività del Teatro Stabile di Torino, ma anche da numerose donazioni ricevute da artisti, compagnie e critici teatrali che hanno consentito un costante e capillare aggiornamento dell’archivio.
La mostra intende raccontare l’enorme patrimonio custodito e svelare la complessa macchina che dà vita ad ogni produzione teatrale. La storia degli spettacoli realizzati dal Teatro Stabile di Torino diventa spunto per presentare documenti inediti e far riemergere narrazioni che si connettono alla storia culturale e sociale della città. L’esperienza del pubblico a teatro è in primo luogo legata a una forma d’arte transitoria, che si compie “dal vivo”, eppure ogni messinscena è frutto di un processo di lavoro complesso che lascia dietro di sé una serie di documenti e materiali eterogenei. Dai copioni ai bozzetti e figurini, dalle note di regia ai modellini, fino alle locandine, manifesti, schede e quaderni di sala per poi arrivare alle testimonianze finali delle opere come le fotografie e le videoregistrazioni o le recensioni degli spettacoli.
La mostra intende dare valore alla dimensione materiale dell’archivio attraverso la messa in luce di “quello che resta” in contrapposizione all’immaterialità dell’esperienza temporanea e irripetibile che gli spettatori vivono a teatro.
Il percorso della mostra si sviluppa inserendosi in alcuni spazi del Teatro Carignano, a partire dal foyer dove il pubblico viene accolto dalla grande scultura lignea di un cavallo che Mario Ceroli realizzò per il Riccardo III di William Shakespeare diretto da Luca Ronconi nella stagione 1967/68. L’animale, cavalcato in scena da Vittorio Gassman, rappresenta simbolicamente un tramite per far entrare gli spettatori nel vivo della scena e cogliere la qualità e le proporzioni del materiale conservato dal Teatro Stabile di Torino.
Scendendo verso gli spazi sottostanti, si avrà modo di scoprire le origini della storia del Centro Studi a partire dalla sua nascita nel 1974 e dal primo importante nucleo archivistico ricevuto da Lucio Ridenti e dalla rivista Il Dramma (1925-1983). Grazie alle copertine del periodico teatrale presentate attraverso una narrazione visuale cronologica, emerge il valore seminale di documenti che raccolgono le testimonianze della storia del teatro italiano del Novecento.
Al centro della sala espositiva sottostante si entra nel vivo della mostra. Documenti materiali e immateriali dialogano alla pari al fine di mostrare non solo la storia e l’evoluzione del teatro, ma anche la vitalità e la professionalità di tutte le maestranze che realizzano ogni produzione teatrale.
Locandine, manifesti, recensioni, bozzetti e figurini, fotografie e videoregistrazioni sono presentati al pubblico, proponendo un viaggio attraverso la scoperta di grandi autori, tra cui Emanuele Luzzati, Giulio Paolini, Ugo Nespolo e molti altri. Dal lato opposto un racconto visuale fatto di copioni, quaderni di sala e note di regia circonda l’installazione sonora, ideata dallo studio auroraMeccanica, che consente di confrontarsi con la macchina di produzione, immergendosi tra le voci di registi, musicisti e attori che si sono succeduti sui palcoscenici dello Stabile, in dialogo con un suggestivo gioco di luci.
La mostra enfatizza l’identità dell’archivio come luogo di conservazione ma anche di studio, attraverso il quale è possibile far emergere l’eterogeneità dei documenti e alcune caratteristiche specifiche dell’ambito teatrale come la serialità, la ripetizione e la reinterpretazione, senza dimenticare il ruolo ancora attivo del Centro Studi del Teatro Stabile. Questi materiali d’archivio sono vivi, utilizzati ancora oggi da tutti coloro che, oltre a studiarli, si apprestano a realizzare nuove produzioni o reinterpretare pièce del passato.
Nell’ottica di valorizzare il Centro Studi del Teatro Stabile di Torino come strumento vivo, il 18 ottobre 2024 presso le Fonderie Limone Moncalieri verrà inaugurata la sezione della mostra memorabilia del fotografo contemporaneo Riccardo Banfi, che presenterà la nuova serie fotografica realizzata nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dalla fondazione del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino.
Inoltre, in occasione dell’inaugurazione del programma 2024/2025 del Teatro Gobetti il foyer ottocentesco del teatro ospiterà l’installazione interattiva Thanks Danny (T. D.) piano – 2024 ispirata a Novecento di Alessandro Baricco e realizzata da Fabio Del Galdo, allievo dell’Accademia Albertina di Belle Arti.
memorabilia. Riccardo Banfi
Il 18 ottobre 2024 alle Fonderie Limone Moncalieri inaugura la mostra memorabilia del fotografo Riccardo Banfi (Milano, 1986) a cura di Arteco {...}
Giulio Squillacciotti / A War Play
Sabato 29 giugno, alla Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte, apre al pubblico la mostra personale dell’artista Giulio Squillacciotti, A War Play a {...}
VASTE PROGRAMME / Immaginario, autentico
Sabato 14 ottobre, alla Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte, apre al pubblico la mostra del collettivo Vaste Programme (Giulia Vigna e Leonardo {...}